𝚽 come Fibonacci
Per coincidenze che non sono mai tali ho incontrato, quasi un anno fa, Luca Piselli, autore di un libro intitolato “𝚽 L’eletta d’eternità o per amor” (Edizioni Efesto). 𝚽 sta per la costante matematica associata a Fibonacci, alla sezione aurea di un segmento, ai frattali, e a quelle che in matematica si chiamano successioni numeriche. Il suo valore è 1,618034… ed essendo un numero irrazionale ha infinite cifre dopo la virgola. Come scrive l’autore stimolando una interessante riflessione: “𝚽 non è figlio della Successione di Fibonacci, ma dell’algoritmo che la genera”, e per capire il senso di questa frase basta leggere il primo capitolo del volume.
Dove ho incontrato questo libro e il suo autore? A Forte Antenne a Roma, mentre aspettavo la proiezione del film “𝞹 Il teorema del delirio”. Si tratta di un film che vidi a New York nel 1998, quando aveva appena vinto il Sundance Film Festival. Una pellicola in bianco e nero, che parla di un matematico geniale, tale Maximilian Cohen, che dedica la sua vita alla ricerca dei sistemi matematici che regolano ogni cosa. Il protagonista vive a Manhattan, rappresentata come una metropoli alienante, dove Maximilian vive solo con il suo computer e il vecchio maestro di matematica, cercando connessioni tra i numeri e la vita di tutti i giorni. Le sue ricerche prendono una piega misteriosa e legata all’andamento della borsa di New York, mentre il ritmo del film diventa spasmodico e angosciante, preludendo a un mistero che non viene svelato allo spettatore.
Ero curiosa di rivedere il film dopo tanti anni e intrigata dal luogo, Forte Antenne, dove poter cenare e godersi una serata di cinema all’aperto. Prendevo un aperitivo aspettando la proiezione, e Luca Piselli, ancora non conoscevo il suo nome, si è avvicinato porgendomi un segnalibro con la copertina del suo libro e alcune simpatiche informazioni. Mi ero ripromessa di acquistarlo, ma poi, come spesso capita, non lo avevo ordinato e la cosa mi era sfuggita di mente. Diversi mesi dopo mi trovavo a Termini in attesa di un treno ed ero passata in libreria. Alla cassa, con un libro in mano, mi si rivolge una persona offrendomi un segnalibro. Riconosco l’autore di 𝚽 e gli ricordo che avevo già il segnalibro e che a questo punto, visto che non avevo ancora il suo testo, lo avrei acquistato seduta stante, con firma autografa!
È così che finalmente l’ho letto. E mi è stato davvero utile, divertendomi e interessandomi, fornendomi spunti per le mie lezioni, perché è scritto in modo chiaro, è denso di curiosità e di storia, senza mancare del rigore matematico essenziale per chi fa didattica. È per questo motivo che ho deciso di proporlo come libro di lettura ai miei studenti della terza classe di liceo scientifico dove insegno. Da cosa nasce cosa, dopo la lettura, ho invitato l’autore a scuola, per un evento che ha coinvolto anche altre classi.
Luca Piselli insegna al Liceo classico Manara di Roma, e ha tenuto una breve lezione, spiegando in pochi e chiari passaggi il problema matematico dal quale salta fuori il numero irrazionale 𝚽. E, quando l’attenzione cominciava a diminuire, ha risposto alle tante domande, raccontando aneddoti sulla matematica, sul pensiero matematico, sulla sua vita di studente, insegnante e scrittore.
Soprattutto, ha raccontato dal suo punto di vista un dettaglio che non conoscevo rispetto ai nostri due incontri del tutto casuali, che lo avevano portato ospite nella mia scuola. La mattina in cui era andato per firmare copie in libreria a Termini, poco prima di porgermi il segnalibro, aveva saputo che per un disguido non erano arrivate le copie da firmare e possibilmente vendere, se non una unica copia, che poi è stata quella acquistata da me. Mentre lo ascoltavo parlare, ho pensato a quante volte ci troviamo di fronte a un imprevisto negativo, a un rifiuto o a una porta chiusa, e ci abbattiamo pensando al peggio, per poi girare l’angolo e trovare il sorriso di qualcuno o la strada che non avremo mai pensato di trovare…
Di fatto quell’unica copia, acquistata da me, è diventata un seme nella mia scuola, si è moltiplicata nelle 30 copie acquistate dai miei studenti, e potenzialmente è arrivata a ragazzi e ragazze di altre quattro classi, che hanno partecipato all’incontro presentazione. Si tratta di adolescenti dai 14 ai 18 anni, poco interessati alla lettura se non disinteressati del tutto. Che però hanno avuto una esposizione alle motivazioni che spingono a scrivere, a leggere, a parlare di libri, ad appassionarsi di temi grazie ai libri, e tanto altro.
Quest’anno per la prima volta da quando ho iniziato questo blog di acchiappaparole, mi è stato rifiutato il pass da blogger per il Salone Internazionale del Libro di Torino. Il motivo riguarda un cambiamento dei criteri legati al numero di follower sui social e alla quantità di articoli pubblicati. Ci sono rimasta male, lo ammetto. E, anche a causa della mole di lavoro nella scuola che si accumula a Maggio, in vista della chiusura dell’anno scolastico, alla fine ho deciso con dispiacere di non andare nemmeno per il sabato o la domenica. Niente parole acchiappate da lì per quest’anno!
Ho capito però, finita la presentazione con Luca Piselli, mentre ci facevamo la foto di rito con gli studenti, che il Salone del Libro per me è ormai nella scuola, dove sono io stessa a crearlo giorno per giorno. E che sì, forse non ho avuto l’atteso pass del Lingotto, quello che mi ha reso molto orgogliosa e grata negli anni passati, che mi ha stimolata a proseguire nella stesura di cronache da quel luogo speciale per autori, editori e lettori… però quella porta chiusa è spalancata sull’unico mondo dove serve che si arrivi a parlare di libri: il mondo della scuola. Altrimenti, ed è un fatto, come si educano i lettori del futuro, che a Torino non ci arriveranno mai?