GIARDINO

GIARDINO

Luglio 30, 2024 0 Di Marta Cerù

Di giardini segreti o dei segreti, per quanto nascosti e privati, ne esistono, se non altro in letteratura (vedi “Il giardino segreto” di Frances Hodgson Burnett – Feltrinelli, storia memorabile e metafora di come la mente possa essere domata e osservata, di come la cura di un giardino sia in realtà la cura di sé e del mondo).

Ma possono esistere giardini dell’impossibile? A rigor di logica no, ma l’amore poco ha a che fare con la logica! L’amore per la cura delle piante, passato di madre in figlia su una terrazza di Palermo degli anni cinquanta del Novecento, ha spinto una donna, Maria Gabriella Campo, a gettare i semi di una visione che è riuscita a realizzare nel corso della sua avventurosa vita. Oggi il figlio Nunzio, che accoglie i visitatori nel luogo un tempo privato e ora aperto alle visite, mi racconta dell’origine di un giardino impossibile che pure esiste, è, e quindi impossibile non è.

Il Giardino dell’Impossibile si trova a Favignana, isola delle Egadi, dove Maria Gabriella ha creduto nel rendere possibile l’impossibile: creare un giardino in ambienti aridi. Per sessant’anni, questa donna siciliana ha trasformato l’aridità da limite a pretesto. Contro ogni giudizio e ostacolo ha creduto nell’aridità di un luogo come filo conduttore per creare un originale giardino mediterraneo. L’ambientazione, estesa su vari ettari, è quella delle locali cave di calcarenite, trasformate nel tempo, grazie a interventi di bonifica, in abitazioni sotterranee per specie botaniche provenienti da tutto il mondo. 

Il “Giardino dell’Impossibile” era nato originariamente come luogo privato tutto per sé, dove vivere, pensare e sognare, attorno alla casa padronale, tra gli anni sessanta e gli anni ottanta del Novecento. È stato poi ampliato con l’acquisizione di terreni adiacenti, che per secoli erano stati adibiti a pirrere, ovvero cave di estrazione del tufo. Abbandonate negli anni settanta del Novecento e utilizzate come discarica, tra il 1995 e il 2010 hanno impegnato la coppia di nuovi proprietari, Maria Gabriella e suo marito, in un immane lavoro di bonifica e messa in sicurezza. Questo lavoro è stato guidato da un pensiero progettuale paesaggistico, capace di abbracciare l’isola nel suo insieme, nel pieno rispetto del territorio e della memoria, e quindi anche dell’attività industriale dell’estrazione di blocchi di calcarenite, che ha avuto grande importanza economica per Favignana e per la Sicilia. Con pazienza, lavoro e ricerca, Maria Gabriella ha coltivato ibischi, palme, agavi, ninfee e rose, piante autoctone e tropicali, che crescono in armonia nelle grotte, nelle gallerie sotterranee o nel giardino. Il giardino di oggi, quattro ettari in cui trionfano 500 specie diverse di piante, rivela ai visitatori un paesaggio spettacolare di ambienti ipogei, che sono stati collegati con camminamenti e varchi. L’amore come forza di integrazione, delle parti nel tutto e del tutto nelle parti, ha guidato la visione di una donna verso la realizzazione di un’opera che integra i resti di un sito di archeologia industriale con la vita di piante di Hibiscus, di ninfee, di alberi da frutto.

Ho avuto la fortuna di visitare il giardino durante un soggiorno a Favignana dedicato a seguire il corso di meditazione e autoconoscenza (MPA), per giovani e adulti, ideato dalla Councelor socio educativa Sabina Micaglio e da lei condotto assieme al marito Psicologo Adriano Stefani. Una delle esperienze più profonde del corso (che merita un articolo a parte) è stata meditare in gruppo in una delle zone del giardino, sotto l’ombra degli alberi, contornate da versi di uccelli e da profumi di verde e di fiori. Sono poi tornata al giardino, per esplorare tutte le tappe di un percorso, attraverso il quale conoscere la storia delle cave e dell’isola, dal punto di vista naturalistico, botanico, industriale e vocazionale. Una guida virtuale si può trovare sulla app IZI TRAVEL. Dalle foto si coglie la magia dei colori, il senso delle radici volanti, provenienti da tutto il mondo e raccolte in armonia per rendere possibile l’impossibile. Ma per sapori e profumi, per toccare con mano e abbracciare con lo sguardo le forme di questo luogo magico bisogna viverlo e onorare le vite di coloro che lo hanno creato e lo mantengono in vita. Non basta leggerne. Occorre un’esperienza immersiva. Resa possibile anche grazie al Residence integrato nel Giardino e intitolato a Villa Margherit,a che resta la villa della proprietaria e della sua famiglia.