Mondo Nuovo: Anticorpi
Una nuova riflessione di Simone O’Farrell sulla situazione che stiamo vivendo, che ci regala una prospettiva storica su cui riflettere. E un consiglio che ci fa capire perché la ricerca di un colpevole non ha alcun senso. Soprattutto non contribuisce a creare gli opportuni anticorpi. A seguire il suo articolo:
Ho sempre trovato suggestiva l’idea di esplorazione. L’idea di scoprire una terra precedentemente ignota, di essere il primo a posare lo sguardo su un mondo che nessuno prima di me avesse mai visto, un “Mondo Nuovo”. Nel primo articolo di questa rubrica, dal titolo “Mondo Nuovo: paura”, ho proiettato lo sguardo sul futuro. Stavolta la novità non si cela dietro una coltre di nubi astratta, che solo il tempo potrà sollevare, ma dietro un addensamento nuvoloso molto più tangibile e concreto. Stavolta il “Mondo Nuovo” non è lontano su una qualche linea del tempo immaginaria, frutto delle ipotesi di chi vorrebbe proiettare la propria coscienza in un futuro distante che non vedrà mai, ma è lontano solo fisicamente, geograficamente, esiste quindi ora ma in un altro posto.
Immagino che quella stessa suggestione esplorativa, di cui io oggi percepisco vagamente l’ombra, infiammasse gli animi dei grandi navigatori ed esploratori che, dal Quindicesimo secolo, hanno, consapevolmente o meno, allargato i confini della Terra, con conseguenze inimmaginabili, sia per il “Mondo Nuovo” sia per quello “Vecchio”.
Oggi negli Stati Uniti alcuni criticano gli Europei per aver portato loro il nuovo corona virus al quale nessun essere umano è ancora immune. Tali critiche, per ironia della sorte, provengono proprio dai discendenti di chi, secoli fa, seguendo le tracce degli esploratori si imbarcò per il Nuovo Mondo, portando con sé ogni genere di malattia, contro cui gli abitanti indigeni delle Americhe non avevano né anticorpi né speranza. Come allora, ci troviamo di fronte ad una malattia nuova, sconosciuta. A differenza di allora, ci troviamo tutti nei panni delle civiltà autoctone americane.
I presupposti e le condizioni sono molto diversi, chiaramente, ma il paragone può aiutarci a ricordare che nella storia c’è davvero poco di nuovo. Le civiltà e le popolazioni del continente americano, oltre ai virus, si trovarono indifesi di fronte alla feroce crudeltà e alla superiorità tecnologica dei conquistatori delle Americhe. Invasori armati, nel panorama di oggi, non ne vedo alcuno. Sarebbe opportuno ricordare che questa sfida fa parte della natura. Chi vuole cercare responsabili farebbe meglio a concentrarsi su altro. (by Simone O’Farrell)
Speriamo che questi giovani che scrivono bene e chiaro senza accusare nessuno ma con pacatezza possano al più presto sostituire noi che lasciamo loro un mondo molto tecnico ma sinceramente non molto bello.