Contaminazioni
La mia guida di oggi in fiera Plpl2019 è stato l’autore Andrea Mauri. Siamo usciti dalla Nuvola di Fuksas insieme, trasudanti emozioni, e il suo interesse per le contraddizioni mi ha dato la nota d’attacco per trovare la voce di questa seconda giornata inondata da un diluvio di parole.
Del suo ultimo libro “Contagiati” avevo già scritto, così come della casa editrice Ensemble, la stessa che ha pubblicato le poesie di Rebecca Maria Sdoia, poetessa esordiente di cui ho scritto riguardo alla parola Goccia e alla cronaca di ieri. Consiglio di passare a salutare gli editori, Ignazio Pappalardo e Matteo Chiavarone, e lasciarvi contagiare dalle voci che vi parleranno dai libri del loro stand. I racconti di Mauri avranno lunga vita, ma Plpl2019 è sicuramente un’occasione dove trovare il volume che li contiene, legati dal filo rosso dell’ambiguità con cui puo essere letta la parola contagiati: come un invito a lasciarti tu contagiare o come un essere noi contagiati. Il che non è detto sia un male, se il contagio ci porta ad amare la vita, grazie a un ospite gradito, quale Mauri sa essere.
“Uno scrittore è un ospite del lettore”, ha detto Erri De Luca, che nell’Arena Robinson dialogava con Gregorio Botta. Ho colto le loro parole, mentre tornavo dalla presentazione di un libro affine ai temi del contagio o dell’immunizzazione. Un libro dal titolo “Vaccini. Il diritto di (non) avere paura”, scritto da Roberta Villa (Il Pensiero Scientifico Editore). L’argomento stimola il dibattito su quali siano le strutture mentali che portano chiunque, anche le persone più istruite, a cadere nella trappola delle ‘fake news’. E lo fa analizzando anche il fenomeno delle ‘eco chambers’, “cioè quelle bolle in cui regna un’idea unica, che faticano a rompersi per permettere il dialogo con altre bolle. Sono casse di risonanza, dove le persone si ritrovano con le loro idee, che allontanano i dubbi, in un meccanismo di chiusura che allontana le contaminazioni”, spiegava la blogger Noemi Urso , autrice del volume “Fake News. Cosa sono e come imparare a riconoscere le false notizie” (Franco Cesti Editore ). Occorre rompere queste bolle, aprirsi al dialogo, come stimola a fare la giornalista scientifica laureata in medicina Roberta Villa,una delle autrici di Dottoremaeveroche.it, un sito che, come un ‘vaccino’, si propone di immunizzare contro le fake news sulla salute, stimolando la produzione di anticorpi di ‘informazione consapevole’.
I termini infezione, contagio, immunizzarsi, li ho ritrovati inaspettatamente nelle suggestioni di Erri De Luca, che parlava della lettura, come di un’attività imprescindibile per immunizzarsi dagli abusi di potere.
Il tema dell’incontro con De Luca era: “Ultime notizie dalla geografia: c’è più Sud che Nord” e quindi la geografia del pianeta in termini di popoli. Non c’era un libro al centro del dialogo, c’era una visione del mondo di un autore che rifletteva sulle contaminazioni tra esseri umani, tra idee, tra modi di usare le parole. “Per noi di Napoli, tutto dipende dalla geografia, dalle infiltrazioni”, ha detto lo scrittore, specificando come la storia sia un sottoprodotto della geografia. “Vorrei sapere quanti popoli ci sono nel mio sangue, nel mio DNA. E nel caso ne mancasse qualcuno, vorrei fare una trasfusione per averlo’’.
Il suo discorso, enfatizzava la precisione nell’uso delle parole, e allo stesso tempo nella capacità di ascolto e di accoglienza delle idee dell’altro. De Luca scrive a mano, con il taccuino sulle ginocchia, le sue storie sono brevi e solo se riesce a copiarle almeno tre volte, cioè se copiandole con la lentezza necessaria le trova degne, allora a quel punto passa al computer per la stesura definitiva. Lo scrittore è un ospite del lettore, secondo De Luca, un invitato che deve risultare gradito al punto tale che il lettore desideri che rimanga, che non se ne vada. Non certo il contrario, come succede con un libro che da lettori ci annoia, ci stanca, desideriamo mollare. Curiosa questa idea dell’ospite, ha ribattuto Gregorio Botta, che pensa più al lettore come un ospite del libro. E nel gioco di specchi tra i due, nel rilancio delle loro parole ho colto quanto siano vere entrambe le visioni, o almeno sarebbe auspicabile che tutti ci sentissimo allo stesso tempo ospiti e ospitanti, mentre leggiamo un libro. “Che è un prodotto semilavorato”, dice De Luca, “siamo noi lettori a completarlo”.
La parola contaminazioni mi ha guidata verso il Consiglio Nazionale delle Ricerche che l’ha scelta come documento di identità: “La ricerca è scambio di idee, teorie, pratiche, è esperimento e scoperta, contaminazioni di saperi e linguaggi”. E in effetti le pubblicazioni della collana Comics&Science, sono un perfetto esempio di come la contaminazione tra fumetto e scienza sia vincente per comunicare idee e storie dal mondo della scienza e farle arrivare a qualsiasi livello.
Per qualche motivo oggi il mio viaggio nella nuvola mi ha riportata alla scienza, alla divulgazione della scienza, al compito importante degli scienziati di restare ancorati alla società, e a quello non da meno dei divulgatori scientifici di non perdere la precisione, la serietà, pur lasciandosi contaminare dall’arte dell’intrattenimento.
Seguendo la voce di Rossella Panarese ho incontrato un bel testo teatrale incentrato sulla storia dei fisici che il 3 maggio 1945 vengono arrestati dagli americani e rinchiusi in una villa nella campagna inglese, Farm Hall. Sono dieci, incluso il grande scienziato tedesco Werner Heisenberg e i loro dialoghi sono intercettati da microspie sparse per tutta la casa. Intanto, fuori da quella casa, cadono le bombe su Hiroshima e Nagasaki. Si intitola “L’atomo e la bomba. La vera storia dei fisici di Hitler. Le voci di Farm-Hall” (Sicenza Express Edizioni). L’autore Giuseppe Manfridi viene dal mondo del teatro, e riesce in questo testo a dare voce a un personaggio ambiguo e irrisolto come il fisico Heisenberg, che si muove attraverso un passaggio di transito tra il bene e il male e rimane in una zona d’ombra.
La storia riguarda il fatto che lo scienziato tedesco non arrivò a realizzare la bomba atomica, per un banale errore di calcolo. E ciò porta a chiedersi se l’errore sia stato o no intenzionale, ma la risposta rimane tra il gesso raccolto sul cancellino appena passato sulla lavagna, le formule disperse per sempre nella polvere. Il libro racconta fatti veri e inventati, contaminando la realtà di possibili interpretazioni, allo scopo di far conoscere un personaggio destinato a rimanere per sempre un enigma.
L’autore mi regala la parola Pervasione, nel senso di pervadere con le proprie idee, così da prevalere o dominare. E la riferisce ai contesti umani nei quali ogni testa pensante cerca di convincere le altre, nel bene o nel male. Sono anche queste bolle. E la figura di Hesinberg resta in mezzo, né dentro né fuori.
L’editore del testo è Daniele Gouthier con la sua Scienza Express, che da anni insegna al Master in Comunicazione della Scienza di Trieste. Anche lui scrive e non solo testi di divulgazione scientifica. Ha da poco pubblicato un romanzo dal titolo “Sulle Tracce di un sogno”, ma questa è un’altra storia. La sua parola è Memoria e incontrarlo è subito ricordo: di persone, di giornalisti e di scienziati, che hanno ideato e fondato quella scuola, allo scopo di formare in Italia figure capaci di rompere le bolle dei diversi saperi, creando contaminazioni, traducendo la scienza in linguaggio accessibile a tutti, perché ognuno abbia gli strumenti per informarsi, capire e decidere consapevolmente, in qualsiasi campo della vita sempre più imprescindibile dalle ricadute della scienza.
Con questa lente sono passata a salutare gli amici di Piano B Edizioni , e il loro stand denso di proposte trasversali. Come la parola che i due editori mi regalano e che rispecchia l’abbraccio ampio verso lettori di tutte le età.
In fuga dalla nuvola che abbassava il suo sipario ho conosciuto Francesca Garofoli, della casa editrice Di Renzo Editore. Mi ha attratto dallo stand un libro di Carlo Rovelli in inglese, del quale c’è anche la versione in italiano. “Che cos’è il tempo. Che cos’è lo spazio?”, è il primo libro del famoso fisico e grande divulgatore. È pensato per raccontare cosa siano lo spazio e il tempo a chi si interroga su queste questioni a tutti i livelli. Francesca mi regala la parola Coraggio, come quello che leggo negli occhi di tutti gli editori, specialmente piccoli e medi, che continuano a credere nell’impossibile e con la loro fiducia lo rendono possibile.
Concludo qui il viaggio di oggi. Accettando la parola Viaggio in dono dall’amica Chiara Vitucci, docente di Diritto Internazionale e artista delle contaminazioni, attraverso i suoi molteplici interessi: dal diritto al cinema, dal cinema alla scienza, dalla scienza all’arte, dall’arte alla vita, o meglio all’arte di vivere creando valore…
Dalla Nuvola è tutto anche per oggi. Anche se il mio tutto è un niente, rispetto al racconto del viaggio infinito nell’universo di cielo contenente Più Libri Più Liberi.